venerdì 17 febbraio 2017

Identità sessuale, economia, socialismo, amore e libertà: una risposta a Diego Fusaro. Articolo di Luca Bagatin

Ho stima e sono un lettore del maestro filosofico di Diego Fusaro, ovvero Costanzo Preve. Condivido molte sue tesi anticapitaliste e comunitariste, anche se non totalmente il suo pensiero, non essendo io marxista, ma facente parte della scuola socialista e repubblicana originaria, di ispirazione spirituale, cristiana (non cattolica !), teosofica e umanitaria da Pierre Leroux passando per Mazzini, Garibaldi sino a Evita e Juan Peron, Hugo Chavez e i leaders del Socialismo del XXI secolo.
Ad ogni modo non ho alcun pregiudizio intellettuale nei confronti di Diego Fusaro, come molti, troppi. Preferisco infatti leggerne e approfondirne il pensiero e, semmai, come in questo caso, dire ciò che penso in merito ad alcune sue prese di posizione.
Mi è capitato di leggere su un giornale italiano chiamato “Il Fatto Quotidiano”, un suo articolo (http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/15/transgender-perche-la-nostra-societa-li-santifica/3393324/) nel quale egli parla di “santificazione della figura transgender”. Ora, personalmente non capisco di cosa parli, in quanto del fenomeno transessuale (molto meglio usare un termine italiano comprensibile a tutti, scrivendo, appunto, in lingua italiana) trovo si parli sempre molto poco ed invece trattasi di fenomeno umano e sociale diffuso e del tutto normale e naturale che, come tale, esiste infatti anche nel regno animale (vedasi in merito, fra l'altro, il seguente articolo del compianto amico Peter Boom, che anni fa teneva sul mio vecchio blog una rubrica dedicata alla Pansessualità: http://www.floriterapia.com/ilvolodellasirena/the_theory_of_pansexuality.htm).
Nell'articolo di Diego Fusaro, il filosofo paragona il liberalismo economico al “liberalismo sessuale”, reo, a suo dire, di generare fenomeni che superano il concetto di “limite naturale” e ciò comporterebbe “l'elogio mediatico permanente della figura del transgender”.
Ora, come già scritto, non mi risulta che la figura della persona transessuale sia permanentemente elogiata. E, come la scienza dimostra, le persone transessuali sono perfettamente in linea con i fenomeni naturali.
Nel corso dell'articolo Fusaro parla di “deregulation sessuale” (anche qui, essendo l'articolo pubblicato in Italia, non si capisce perché non parlare di “deregolamentazione”, anziché usare termini anglofoni) e paragona la persona transessuale al migrante ed al precario (sic !).
Davvero una analisi a parer mio incomprensibile in quanto, mentre il precario e il migrante si trovano a vivere una condizione loro imposta dall'avvento del capitalismo assoluto e dalla deregolamentazione dei mercati conseguenza dell'egoismo umano, la persona transessuale si trova a vivere una propria indentità che, come tale, rivendica. E, in un quadro di rivendicazione delle identità/sovranità (aspetti che Fusaro dovrebbe difendere), è più che legittimo che la persona transessuale (così come la persona omosessuale o eterosessuale che sia) rivendichi la sua propria intima, naturale e personale identità sessuale.
Fusaro, nel suo articolo, invece, afferma che l'eterosessualità sarebbe vista come “vetusta” e, secondo dei fantimatici “gender studies” (che immagino si traduca in “studi di genere”), l'eterosessuale sarebbe ridefinito come “cisgender”, che mi risulta essere un neologismo che significherebbe “qualcuno a proprio agio con il genere che gli è assegnato dalla nascita”.
Beh e allora ? Buon per gli eterosessuali. E proprio per questo andrebbero capite quelle persone che non sono a proprio agio con il genere che gli è stato assegnato alla nascita. Semplicemente costoro si sentono di avere una identità diversa da quella che biologicamente è stata assegnata loro...e allora ? Sempre di identità si tratta e, come tale, va rivendicata, affermata e difesa.
Tutte le identità meritano di essere rivendicate perché rappresentano i colori dell'arcobaleno dell'universo mondo o, meglio, le colonne portanti dell'intera umanità.
Ma ciò non ha nulla a che vedere con l'avvento del capitalismo assoluto, che è fenomeno estraneo alle identità e che è fenomeno imposto e che fa leva sull'egoismo, che è il peggiore dei vizi che un essere umano possa avere e coltivare in quanto porta alla distruzione delle comunità; all'imposizione della propria visione della vita (e dunque della propria identità sulle altre); alla precarizzazione di ogni rapporto, pulsione, pensiero; all'avvento di quella società liquida e “migrante” che proprio Fusaro, erede filosofico di Preve, dovrebbe contribuire a sradicare.
E' qui che non riesco a comprenderne il pensiero e che lo trovo fortemente incoerente.
E trovo che i sostenitori di questa sedicente “teoria gender” dimostrino in realtà quanto sia difficile, in quest'epoca senza ideali, senza memoria storica e senza radici, riconoscere la propria intima identità e riconoscere la bellezza dell'identità altrui. Ovvero il diritto alla differenza, non già alla mescolanza e all'omologazione del pensiero unico di massa (politicamente corretto, massonofobo, omofobo, transofobo, misogino...proprio perché si ha paura – di volta in volta - della Massoneria in quanto portatrice di spirutualità originaria; dell'omosessuale perché diverso tanto quanto il transessuale, che magari può attrarre sessualmente anche un eterosessuale; perché si ha paura delle donne che oggi sono più emancipate...) ma alla differenza, ovvero all'armonia degli spiriti presenti in natura.
E' proprio attraverso il superamento delle ancestrali paure dell'essere umano che, invece, può fondarsi la Civiltà dell'Amore, che è poi un ritorno all'antico Eden, al Divino, all'angelico, che trascende la materia, intesa sia in senso economico che in senso sessuale e carnale.
Ed è qui che, forse, il marxismo, lungi dal rappresentare la via maestra al socialismo originario, ha finito per affiancare il capitalismo, che è materia, sfruttamento e bassi istinti.
La via maestra al socialismo originario, anche questa volta, ci viene insegnata da molti Paesi dell'America Latina del Socialismo del XXI secolo: Argentina, Uruguay, Brasile hanno legalizzato i matrimoni omosessuali; l'Ecuador ha inserito le unioni civili in Costituzione; il Venezuela chavista non è riuscito ad approvare la legge sulle unioni civili voluta da Chavez, ma almeno dal 1999 c'è una legge contro l'omofobia, come in Bolivia; a Cuba si discute da tempo di matrimonio omosessuale.
La via del Cristo, che è poi la via di Krishna, Buddha e di tutti i Grandi Iniziati, che è una via socialista umanitaria, è dunque la via di colui il quale non giudica il prossimo. Ma si limita – e non è poco – ad amarlo e a riconoscerne identità e diritto alla differenza.

Luca Bagatin

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